Se Capone e la Bellanova sono stati ottimisti rispetto all’esito della riunione del comitato fitosanitario Ue sulla Xylella in Puglia, l’europarlamentare Rosa D’Amato e il consigliere regionale Cristian Casili del Movimento 5 Stelle, non sono dello stesso umore.
La riunione si è conclusa con il rinvio del voto che avrebbe dovuto autorizzare reimpianti di ulivi e commercializzazione della vite, bloccando l’abbattimento degli ulivi monumentali.
Riportiamo, di seguito, le dichiarazioni di Casili e della D’Amato: “L’Ue continua a prendersi gioco dei nostri olivicoltori. Questo rinvio è un ulteriore beffa per le nostre aziende” .
Il ministero dell’Agricoltura sostiene che su questi punti si sarebbe raggiunto l’accordo e che mancherebbe solo la formalità del voto. Se le cose stanno così, allora si fa finalmente marcia indietro dopo le nostre continue denunce per l’ingiustificato blocco della vite che ha compromesso un intero comparto.
Ci chiediamo, adesso, chi risarcirà i nostri produttori per i costi sostenuti per la termoterapia e il blocco di un mercato fiorente come quello delle barbatelle? I nostri vivai sono ormai alla canna del gas, alcuni hanno abbassato la saracinesca. Dove sono finite le risorse sbandierate dalle associazioni di categoria e dalla politica per indennizzare i nostri olivicoltori? Abbiamo un territorio dove l’olivicoltura in alcune zone è compromessa e gli olivicoltori chiedono misure urgenti.
«I governi, nazionale e regionale, sono allo sbando, e non c’è alcuna pianificazione per il futuro – aggiungono i due portavoce M5S. – Già da oggi, i nostri agricoltori devono essere informati passo passo su cosa dovranno fare dopo il voto di ottobre, quando si riunirà di nuovo il Paff per decidere definitivamente di modificare la decisione di esecuzione.
Finalmente gli scienziati si sono decisi a parlare di convivenza perché come è successo in America e negli altri Stati con questa fitopatia, da anni si sono messe in atto misure di gestione tecnica ed agronomica, che hanno puntato sulla caratterizzazione genetica del germoplasma e su una gestione agronomica a 360 gradi che ha consentito a quei paesi di mantenere in vita le produzioni locali. Abbiamo chiesto al governo regionale di intervenire con risorse finanziarie per studiare il germoplasma locale con una mozione urgente che si spera di discutere in aula quanto prima.»