Secondo le previsioni formulate da un team internazionale di ricercatori, del quale hanno fatto parte alcuni studiosi del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (DISPAA) dell’Ateneo fiorentino, nel 2050 diminuirà la produzione europea di mais, mentre aumenterà di un poco quella di frumento a causa dei cambiamenti del clima.
L’indagine, coordinata dal Leibniz Centre for Agricultural Landscape Research (ZALF), si inserisce all’interno del progetto europeo MACSUR (Modeling European Agriculture with Climate Change for food Security), incentrato sull’uso e sull’interpretazione dei modelli per la valutazione del rischio degli impatti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura europea.
Il team internazionale di ricercatori ha messo a punto dieci modelli colturali – impiegando le statistiche delle produttività nazionali e regionali tra il 1984 e il 2009, da cui è stato possibile procedere con le simulazioni e stimare la risposta delle due colture alle condizioni climatiche previste per il 2050 – rilevando come determinanti l’influenza dello stress termico e della siccità sulla riduzione di resa delle colture.
Due di questi modelli sono stati adoperati in Italia dal gruppo di ricerca di Agrometeorologia e Modellistica dell’Ateneo fiorentino (coordinato da M. Bindi) e dell’Istituto di Biometeorologia (IBIMET) del CNR per simulare la risposta delle colture di mais e frumento sul territorio europeo in funzione di diversi scenari climatici.
L’adattamento ai previsti cambiamenti climatici – ha detto Bindi – nelle forme di miglioramento genetico, in termini di gestione dell’irrigazione, di uso di nuove colture o adozioni di pratiche assicurative contro il rischio di perdite di resa è cruciale. Comprendere che la siccità rappresenta il maggior rischio per le colture erbacee di pieno campo potrà aiutare agricoltori e decisori politici nell’individuare l’opzione adattativa più adeguata. E in questo, lo studio condotto fornisce un contributo sostanziale.
Ipotizzando che le varietà e le date di semina rimangano invariate le rese di mais subiranno una consistente riduzione, mentre quelle del frumento potranno aumentare, seppur di poco. Il frumento potrà beneficiare, più del mais, del previsto incremento di concentrazione della CO2 atmosferica che permetterà alle colture di sopportare meglio le condizioni di siccità. Tuttavia negli anni particolarmente secchi, lo studio indica che l’aumento di CO2 non sarà di alcun beneficio nel contrastare gli effetti deleteri di eventi siccitosi.