“Con l’ultima tromba d’aria il bollettino è divenuto catastrofico. In questo contesto è necessario che il Piano Olivicolo Nazionale investa e punti su una regione che produce oltre il 50% dell’olio extravergine italiano, per potenziare una filiera olearia che in Puglia vale 750milioni di euro e che ancora nei primi 6 mesi del 2018 ha visto crescere le esportazioni del 2,1% per un valore di 66 milioni di euro. Chiediamo anche una stretta dei controlli in campagna contro i furti, perché nel nord barese nelle ultime ore hanno rubato le poche olive rimaste sugli alberi”.
Queste, le parole del Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, sul drammatico bilancio pugliese della produzione di olio, dopo la tromba d’aria e i nubifragi della settimana scorsa che hanno danneggiato le produzioni e le strutture (smottamenti, muretti a secco distrutti dalla violenza delle acque, fabbricati rurali allagati, collegamenti interrotti rendono drammatica una situazione ormai di difficile gestione) principalmente nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce, senza risparmiare Bari e BAT.
«Siamo preoccupati che la brusca diminuzione di olio extravergine pugliese faccia crescere le importazioni di olio dall’estero, perché al danno si aggiungerebbe la beffa. Se si vuole acquistare un ‘vero’ olio extravergine 100% italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 7-8 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d’occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza.»
«Nel primo trimestre 2018 la Puglia ha importato 43,3 milioni di euro di olio extravergine da Grecia e Tunisia – ha denunciato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e per questo serve una stretta sui controlli perché sia accertato il pieno rispetto della Legge Mongiello, ribattezzata Legge “Salva olio italiano”, la n. 9 del 2013 che impone la tracciabilità in etichetta dell’olio extravergine di oliva e di accelerare il percorso del disegno di legge sui reati agroalimentari, elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare».
«Di fronte al moltiplicarsi di frodi e speculazioni, con olio di bassa qualità venduto come extravergine o olio straniero spacciato per italiano – ha concluso Coldiretti Puglia – bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea e togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall’estero perché sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio vantaggio per i consumatori e per la tutela del ‘made in Italy’ agroalimentare. Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempire barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy”.