Si parla tanto e si continuano a fare previsioni, da ogni dove, sulla portata della produzione olivicolo olearia per il 2017-2018.
Spesso, per l’Italia e per il Sud in particolare, le stime non sono tra le più rosee.
C’è chi non è d’accordo (Mimmo Pelagalli, giornalista agro-ambientale freelance) e, nonostante le fosche aspettative condizionate da problemi come Xylella, caldo e siccità, ha parlato di ripresa del Mezzogiorno, di un’annata olivicolo olearia 2017-2018 addirittura migliore di quella trascorsa, rinfrancando così molti animi.
La Puglia – prima regione produttrice d’Italia di olio da pressione – starebbe recuperando il 35% in termini di produzione olearia rispetto alla campagna 2016-2017.
La filiera olivicolo olearia di questa regione, vocata all’olivicoltura, grazie alle numerose varietà coltivate da nord a sud su un’estensione di circa 400 km, produce a livello nazionale circa il 50% di olio extravergine di olive, secondo il ministero per le Politiche agricole.
Pure da una regione ‘minore’ quanto a superfici investite e capacità produttive come la Campania giungono notizie positive: si raccoglieranno dal 15 al 70% di olive da olio in più, a seconda delle zone.
“Dopo le ultime due annate che hanno registrato il crollo della produzione olearia a causa delle difficili condizioni climatiche, la campagna olivicola tornerà su valori più prossimi alla norma – ha spiegato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – attestandosi su quantitativi di olio pari a 225mila tonnellate, con un calo del 25% rispetto alla media degli ultimi anni di 300mila tonnellate, ma in crescita fino ad oltre il 35% rispetto all’anno scorso, quando la produzione non era andata oltre le 150mila tonnellate. Ciò nonostante l’Italia mantiene saldamente il primato europeo della qualità negli oli extravergini di oliva a denominazione di origine e indicazione geografica protetta con il raccolto 2017 che sarà destinato a ben 46 marchi riconosciuti dall’Unione Europea”.
“Con il marchio comunitario Igp Puglia – spiega il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – intendiamo sopperire alla storica carenza di programmazione e di un vero sistema di filiera che ha riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica un paradosso tutto pugliese, ovvero forti nella produzione, deboli sul mercato, un assioma per nulla decifrabile e comprensibile che la dice lunga sulla complessità del sistema produttivo indebolito da avventurieri e speculatori”.
Quanto al fatturato, la filiera dell’olio di oliva in Puglia conta 522 milioni di euro l’anno. “Il tessuto imprenditoriale – aggiunge Coldiretti Puglia – è rappresentato da 270mila imprese olivicole, pari al 22% delle aziende italiane”.
Anche gli oli Dop pugliesi registrano il fatturato più alto d’Italia, pari a circa 28 milioni di euro.
La Puglia ha ottenuto il riconoscimento comunitario per 5 oli a denominazione d’origine protetta: ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarantine’ che da soli sono riferiti a una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive, con un’incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6%.
L’olio è il terzo prodotto pugliese più esportato per un valore di circa 106 milioni di euro, quasi il 9% dell’export di olio dall’Italia.