Siccità. Una parola che associamo alla stagione estiva, al caldo e ai pochi mesi del solleone.
La novità è che la minaccia siccità non è alle nostre spalle: lo spettro di una siccità invernale – e di una prossima estate all’asciutto – si aggira tra le campagne del Mezzogiorno peninsulare.
Possibile? Siamo a novembre!
Sì, possibile.
I bollettini degli enti irrigui di Molise, Puglia e Basilicata sono angoscianti, le mancate precipitazioni di settembre e ottobre fanno segnare una riduzione ulteriore, mentre l’irrigazione di emergenza contribuisce a tagliare le scorte.
Ormai i principali bacini idrici hanno riserve ridottissime e l’acqua va per legge riservata – a questo punto – all’approvvigionamento idropotabile: mentre in città come Bari l’acqua arriva già a costo di importanti turnazioni.
A tagliare le scorte anche l’irrigazione di soccorso, insolitamente necessari anche in questi primi giorni di novembre su foraggere e ortive.
«Ma se nella pianura con la riserva d’acqua più grande del Sud le cose vanno ancora bene, le preoccupazioni per la siccità invernale si fanno più forti in Puglia dove l’invaso di Occhitto sul fiume Fortore, il più grande tra quelli gestiti dal Consorzio di bonifica e irrigazione della Capitanata, a fronte di una capacità utilizzabile potenziale di 250 milioni di metri cubi d’acqua, ha riserve ad oggi per poco più di 57 milioni di metri cubi, quando esattamente un anno fa erano 143,2 milioni!» (spiega Mimmo Pelagalli, giornalista agro-ambientale free lance).
Intanto, la Regione Puglia lamenta una riduzione notevole – il 33% – della portata idrica dalle sorgenti del fiume Sele, poste in Campania, tale da indurre la riduzione delle portate negli acquedotti di numerose città pugliesi, a cominciare da Bari.
Un campanello d’allarme indiretto per tutti gli enti irrigui posti lungo l’asta del fiume Sele in Campania e per i Consorzi di bonifica pugliesi che acquistano acqua da Acquedotto pugliese.