Se, da una parte, caldo e siccità possono essere dannosi per i raccolti, vantano, dall’altra, il pregio di ridurre drasticamente, se non di azzerare, il rischio mosca delle olive (Bactrocera oleae).
Quest’anno il caldo intenso ha ucciso non solo gli stadi larvali eventualmente presenti nelle olive, ma anche gli adulti.
Infatti, secondo i bollettini agro-meteorologici, sono stati pochi i superamenti delle soglie di intervento, in tutta Italia, localizzati nelle zone di mare e verso la fine di luglio.
Questo grazie all’Anticiclone africano che si è abbattuto sull’Italia agli inizi di agosto, e che ha quasi sterminato la popolazione della mosca delle olive.
La mosca, infatti, muore intorno ai 40 gradi – tra 38 e 43 per l’esattezza – in assenza di acqua.
Solo nelle zone umide, presso laghi o fiumi, ma anche in oliveti con impianto di irrigazione, le mosche riescono a sopravvivere, sebbene in basse percentuali.
Con l’abbassarsi delle temperature, però, la mosca può facilmente riprendersi e aumentare considerevolmente la sua popolazione anche nel volgere di dieci-quindici giorni.
Non solo la fecondità di Bactrocera oleae risulta elevata tra i 23-26 gradi, ma scende drasticamente il rischio di mortalità.
Quest’anno, quindi, se la prima generazione di mosca delle olive è stata decimata, specie dove ci sono impianti di irrigazione o fiumi/laghi/acquitrini, è bene prestare particolare attenzione adesso, con l’abbassarsi delle temperature.
Settembre potrebbe inaugurare la stagione favorevole alla diffusione della mosca.
Occhi aperti!